Inventa poi quel che ti và, perplessità, perplessità.

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Ciao a tutti, sono Fabry. Non me ne
voglia Daniele Silvestri per aver cambiato le parole nel ritornello
della sua canzone “Banalità” , lui se non erro si riferiva a
banalità con cui condire una propria scusa da far esporre da terzi
(fra le altre cose), le mie invece nel titolo, sono perplessità,

di fronte a determinate scuse che ritengo appunto, banali.


Colgo l'occasione quindi per infilare
nel testo qualche tavola mia ( per ora dobbiamo continuare ad attenerci
alle regole e postare solo tavole a matita o vignette singole), mi
sento di mostrare ora delle cose perché so con certezza che il
meccanismo editoriale è deragliato ormai ai prossimi mesi.





Per quanto mi riguarda ammetto che sono
stato zitto troppo. Non posso negarlo, sono finito nell'anonimato ed
auspicavo non avvenisse, e sono rimasto in silenzio, quel silenzio
del mio ultimo vecchio post. I fattori avversi sono stati
principalmente aver scoperto che la causa scatenante dei miei mal di
testa è il rimanere troppo a lungo di fronte al computer;
intendiamoci riesco a rimanervi senza problemi per tutto il tempo ( e
non è mai poco) in cui devo restarvi per lavoro e fare tutto ciò
che devo e anche di più se di lavoro si tratta, ma quando raramente
si riesca a trovare del tempo dopo per la parte più personale
relativa ai post e tutto il resto, la potenzialità di un mal di
testa in arrivo mi fa optare per staccare gli occhi dallo schermo,
almeno per quello.





Preciso questo perché temo, facendo un
ragionamento razionale, sia probabile che continuerà a non vedermisi
molto qui nonostante tenterò di non sparire... ma ci sono sempre,
lavoro a tonnellate in sordina, esisto solo per il disegno da molti
anni ormai. Qualcuno può dirmi che io non sono presente nemmeno sui
social network, e anche qui non posso negare che ho ancora una certa
avversione per il network più famoso ma per via di come si comporta
una grossa fetta di persone, avversione che comunque dovrò cercare
di rimediare.



Poi, tornando al blog, vengono i motivi
volontari, e mi riferisco sia alla quantità di lavoro che abbiamo
dovuto realizzare , che non mi ha lasciato tempo per tutto il
contorno ( vedi sopra, aggiungendovi però anche l'esclusione della
vita sociale ,ridotta sotto lo zero) , ma principalmente alla ennesima
situazione di turno creatasi .... In poche
parole, dato che ovviamente un editore non si deve solo gestire il
lavoro che stai facendo tu, l'attenzione che può dedicarti può essere
tardiva, fate uno più uno riguardo eventuali modifiche
alle tavole di un lavoro, tenendo conto che molte pagine siano già
definitive....

Questo più la scaramanzia hanno fatto sì che io
mi sia chiuso nel mio silenzio, perché non mi andava di postare
matite o definitivi di cui andar fiero per poi magari doverli
modificare dopo, vedendo poi
finire in stampa nel libro le cose in modo diverso da come le avevo
concepite . Poi è chiaro che nel lavoro del disegnatore questo aspetto è all'ordine del giorno...

ma se certe cose si potessero ponderare prima si diminuirebbero gli scazzi...




Illuso io, non è cambiato nulla
nel meccanismo, ed eccoci qui, con noi 3 delusi per una miriade di
inconvenienti via via che hanno fatto capolino come talpe non vedenti
contro a sassi interrati nel percorso del fumetto..
Ricordo
molto bene la mia reazione ad un certo annuncio telefonico... e spero di
parlarne prossimamente dopo che avrò riordinato il delirio di
materiale del fumetto e ritrovato il foglio casuale su cui mi son
sfogato mentre ero alla cornetta...( no, la telefonata di questa
vignetta è di altro genere, é Scarpuzzedda che dà
inizio a un attentato..)




Boh , non so che dire, in effetti c'è solo
da vederla nell'ottica della stagione in arrivo, ma vi risparmio
frasi ad effetto alla Jack Burton di Grosso Guaio, non è veramente
il caso. Piuttosto preferisco pensare che è questo il momento di
darsi sfogo , ma in che direzione incanalerò questo , cioè se per
lavoro silenzioso che si vedrà in futuro o su cose fine a sé stesse
da mostrare qui ( e nevicherebbe , dato che non posto mai ) o ancora
un compromesso fra i due, ancora non lo so, vivo e mi lascio vivere,
può dirlo solo il tempo. Ma chi è che lo sa?                FL

                                                                                                                                                                                                                                                                                        


                                                                                                                                                                                                                                                       


Primavera

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La primavera irrompe con i suoi colori fastidosi e con l'aria appiccicosa di polline, una promessa di sole estivo tradita da acquazzoni fugaci. Abbiamo consegnato tutto il materiale ad Einaudi, in tempo e contro ogni più rosea aspettativa. Ma non usciremo a Maggio come preventivato e il perchè è un segreto che terremo al riparo dai vostri occhietti assetati di gossip. Usciremo in autunno, dicono. Troppo lavoro ancora da fare, dicono. Non si apettavano questo e quello, dicono. E questo è quanto. Le mie personali prospettive di meritata vacanza, dopo 5 anni di lavoro non stop su questo fumetto, iniziano a sbiadirsi. E non nel punto a me più distante, come ogni buona prospettiva vorrebbe, ma bensì nei punti a me + vicini: guardare lontano e non vedere nulla, specie se per un miope come me, dovrebbe essere quanto di più normale. Ma io non vedo più le cose che invece dovrei poter toccare. E' come quando da bambino schiacciavo il naso contro la bottiglia di vetro appoggiata sul tavolo, e da lì fissavo gli altri commensali, distorti fra la condensa. Ecco, i miei commensali ora sono la risposta alla domanda: quand'è che ci si ferma a riprendere un po' di fiato?
In giardino stanno fiorendo le peonie. Ne disegno una. Una che non è in giardino ma che è sul mio monitor. Non ho il giardino, del resto. Riprendo fiato,metto a fuoco e penso a tutti i fiori che stanno uscendo dal loro letargo. Le mie radici, come le loro, sono ben piantate a fondo e pronte  a succhiar via quanto più nutrimento possono. E' tempo di sfidare il sole. Siamo io e te adesso, brutto bastardo di fuoco, per cui colpisci duro o non colpire affatto. Per crescere ci vuole una terra fertile, dicono. Ma sappiamo tutti cosa rende fertile la terra, vero?

AP
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